Il conflitto in Irlanda del Nord raccontato da uno scrittore di Waterford, cittadina della Repubblica d’Irlanda. Una spy story ambientata tra due mondi, luoghi di confine tra l’Eire e l’Ulster, aree insanguinate intorno ad un conflitto fratricida che ha visto informatori e spie infiltrarsi e dileguarsi in pochi metri di terra di nessuno.
Il protagonista di questo bellissimo romanzo, che parla di politica, guerra, amore e odio, si chiama Marty Ransom, figlio di un ex membro dell’esercito britannico, ma anche funzionario diplomatico irlandese, cugino di un leader dell’Ira e agente infiltrato dell’intelligence britannica. Personaggio enigmatico che incarna le vesti di chi difende i valori di una Repubblica, di chi combatte contro l’occupante britannico e di colui che nel contempo occupante ed invasore lo è nel vero senso della parola. Sentimenti contrastanti che non combaciano mai tra loro e rappresentano nel pieno una delle figure emblematiche del conflitto nordirlandese, l’informatore.
Tutto questo incarna tra le righe e metaforicamente la stessa condizione irlandese, quella di un popolo sopraffatto per secoli, ribelle per natura e fedele alla causa per necessità. Un popolo che inevitabilmente ha subito l’influenza britannica, a tratti vera e propria sottomissione potremmo definirla, E se è vero che «la libertà inizia nel sangue ma si dimostra con le possibilità economiche», come afferma un funzionario del ministero degli Esteri al protagonista Marty Ransom, è anche vero che l’assoggettarsi ad un Governo invasore non è riuscito a scalfire il desiderio di libertà del popolo irlandese da nord a sud.
Un libro potente e meraviglioso come solo la storia d’Irlanda può secernere, che dal profondo del suo doloroso passato ci conduce sino al rifiorire della sua spontanea e gioiosa natura.