Sui tuoi passi

Sui tuoi passi. Il lungo viaggio del prigioniero M/E 69876

Piuttosto insolito il viaggio di questo agricoltore lucano, Salvatore Targiani, divenuto ben presto prigioniero di guerra.

christMio nonno arrivò a Sydney, in Australia, sulla nave Queen Elizabeth il 15 ottobre 1941 e ripartì sempre da Sydney il 29 marzo 1943 per un lungo viaggio attraverso l’Egitto prima e la Turchia poi, con destinazione finale Italia. Al suo rientro a casa aveva con sè un quadro fatto a mano del Sacro Cuore di Cristo con un ricamo ben definito “Ricordo della Prigionia in Australia M/E 69876″ e una coperta di lana.

Quando il nonno fu catturato a Bardia in Libia nel gennaio del 1941, aveva prestato servizio presso la 17ma Unità di Igiene per diciotto mesi.

Queste informazioni sono fondamentali per l’arrivo e il rimpatrio del prigioniero di guerra M/E 69876 che prima della partenza per l’Australia fu internato per mesi nel campo di prigionia di Geneifa in Egitto.

Quando la nave Queen Elizabeth arrivò a Sydney, un giornale locale riportava:

“Alcuni dei prigionieri erano malati e sono stati trasportati in barella su ambulanze militari e portati in ospedale”.

L’esperienza del nonno come  infermiere/operatore sanitario in Libia ha senza dubbio continuato ad essere importante per un suo impiego negli ospedali del campo in Egitto, sulla nave Queen Elizabeth, nei campi di prigionia in Australia e sulla nave di rimpatrio Oranje.

Sebbene lui non abbia parlato mai parlato dei suoi anni di guerra e non abbia lavorato nel settore sanitario dopo la guerra, risulta evidente il suo coinvolgimento nel settore medico. Impiego che favorì il rimpatrio anticipato dall’Australia durante la Seconda Guerra Mondiale di tutti gli inservienti medici classificati come “personale protetto”.

Questa è la storia sconosciuta di un uomo del Sud, mandato allo sbaraglio durante la Seconda Guerra Mondiale, la cui storia è stata debitamente ricostruita nei dettagli. Questo è il resoconto di chi ha affrontato un lungo viaggio verso l’ignoto, custodendo questa esperienza nel profondo di sé per decenni perchè “Il viaggio non finisce mai, ma si ripete infinite volte negli angoli più silenziosi della mente (Pat Conroy)”.

Salvatore Di Noia