Atterrati alle Azzorre il primo contatto umano dopo 1500 Km. di Oceano Atlantico è un tassista trasandato che ci preannuncia con voce rauca che questo luogo è un paradiso.
La sensazione però è di un luogo umido e bagnato costantemente sotto pressione. La stessa che in ambito atmosferico la rende così verde e variegata da far invidia alle terre tropicali centroamericane.
Strane le Azzorre, così perfette e così trasandate, lussureggianti di vegetazione e prive di sole. Luogo d’altri tempi con quei piccoli villaggi affacciati sull’immensità dell’Oceano che guardano all’Islanda verso nord, agli States verso ovest ed alla madre patria portoghese verso est.
Villaggi di pescatori come Rabo do Peixe venuto alla ribalta con tutta la sua povertà grazie alla serie Netflix rappresenta il luogo degli ultimi tra gli ultimi. Una massa di selvaggi isolani che fanno di questo villaggio un luogo tra i più poveri d’Europa.
Ma anche luoghi spettacolari dove la natura selvaggia si è ripresa le terre vulcaniche che compongono le nove isole dell’arcipelago. Sao Miguel, la più grande è anche la più variegata. Qui si trova l’unica coltivazione di tè d’Europa. Qui è possibile mangiare banane autoctone dolcissime e squisite. Qui ci sono immense piantagioni di ananas o infinite distese di mais.
Alle Azzorre la temperatura estiva dell’Oceano raggiunge i 22°C e nuotare nel cratere del vulcano dell’Ilha de Vila Franca do Campo è per noi un’esperienza indimenticabile. Così come mangiare del pesce delizioso di infinita varietà: barracuda, sardine, pesce spada, tonno, polpo e così via per i palati più o meno prelibati.
La percorriamo in lungo e in largo la più grande delle isole dell’arcipelago. Dalle fumarole di Furnas alle spettacolo naturale di Sete Cidades, passando per la Lagoa do Fogo, l’isola si offre al visitatore in tutto il suo splendore verdeggiante.
Difficile trovare posto più verde nel cuore dell’Oceano Atlantico, difficile innamorarsene, ma ancor più complicato è realizzare dove si è finiti per ammirare cotanta bellezza!