
“Bucarest. Polvere e Sangue” di Margo Rejmer
Bucarest, con uno stile lirico e uno sguardo arguto, è anche il resoconto di ciò che è accaduto prima e dopo la caduta del Comunismo
Bucarest, con uno stile lirico e uno sguardo arguto, è anche il resoconto di ciò che è accaduto prima e dopo la caduta del Comunismo
Non è soltanto la povertà a generare mostri potenziali, può bastare l’indifferenza!
Storie di vite rotte che con estremo orgoglio e piena dignità vivono nella speranza di un cambiamento che se non è possibile ottenere dall’interno, si augurano di motivare e infondere dall’esterno del proprio Paese.
“Sono pienamente presente quando mi trovo nel posto giusto al momento giusto. In quel determinato istante non vorrei essere da nessun’altra parte. Mi sembra di trovarmi tra i prescelti” (W.J.)
“E’ un Paese che incanta e fa arrabbiare. Incanta perchè ci sono città come Yazd, Shiraz, Isfahan, una natura magnifica e perchè la cordialità delle persone è unica al mondo. Fa arrabbiare perchè impone una religione di Stato ai cittadini, senza lasciare loro libertà di scelta”.
Un testo crudo e forte, che non fa dormire. Parole che fanno male e che restano impresse nella memoria storica di un popolo.
“Il viaggio umano è entrato con la bicicletta nel periodo della liberazione… la bicicletta è una scarpa, un pattino, siete voi stessi, è il vostro piede diventato ruota, è la vostra pelle cangiata in gomma, che scivola nel terreno”
La storia della famiglia Cabrera, una famiglia cresciuta nel mito della rivoluzione.
Un’infanzia intrappolata negli ingranaggi che governano Scampia, dove la differenza tra il male ed il bene è una sottile linea di demarcazione, la linea della disperazione.
La Nuova Zelanda vissuta in un equilibrio costante tra la bellezza sconfinata della natura e le contraddizioni dei suoi abitanti
“Raccogli una tazza d’acqua dall’Oceano. Lì mi troverai!”
(Jack Kerouack)