Copenaghen è oggi la città più vivibile oltre che più sicura al mondo. Per capire come sia stato possibile bisogna farci un salto e guardarsi intorno perdendosi tra le tante strade e i numerosi viali invasi da migliaia di biciclette che armoniosamente avvolgono i tanti passanti e le poche auto in circolazione.
Un’invasione dolce, silenziosa e regolare quella delle bici, che rappresenta il leit motiv di questa fantastica città che negli ultimi anni ha assistito ad alcuni dei capolavori urbanistici più impattanti al mondo. Una città Copenaghen, in cui attenzione al benessere dei cittadini, cura degli spazi urbani, sostenibilità ambientale e grande dedizione verso i cambiamenti climatici sono il fulcro dei progetti visionari e futuristici che vedono impegnati team di professionisti costantemente al lavoro per rendere la capitale danese sempre più bella e sostenibile.
Alcuni esempi da cui prendere spunto? Oltre al moderno e innovativo aspetto architettonico, il nuovo termovalorizzatore (con tanto di pista di sci annessa) situato ad Amager Bakke rappresenta una complessa opera ingegneristica di Waste-to-Energy, sia in termini di prestazioni energetiche che ambientali. Negli ultimi sedici anni la città ha assistito alla costruzione di 23 ponti ciclopedonali. Ogni giorno in città vengono percorsi complessivamente 1,4 milioni di chilometri in bicicletta. L’età media della popolazione di Copenaghen è di 36 anni. In sei anni il Dipartimento dello Sviluppo Urbano della municipalità cittadina ha pianificato la costruzione di 60.000 nuove abitazioni per fronteggiare un aumento della popolazione urbana che è all’incirca di mille abitanti al mese. Quelli elencati sono solo alcuni esempi di una strategia integrata improntata ad un confronto oggettivo con la propria realtà urbana in cui l’amministrazione cittadina svolge un ruolo predominante anche rispetto agli investimenti privati.
Nel corso del nostro incontro con Monica Magnussen, Head of International Team City of Copenaghen, è emerso come un’amministrazione pubblica ben strutturata sia riuscita a conseguire importanti obiettivi strategici che hanno reso Copenaghen quella splendida città che è oggi. I quattro pilastri del progetto, Urban Planning, Climate, Mobility, Climate Adaptation and Urban Nature, ognuno dei quali supportato da attori visionari e creativi che hanno integrato politiche innovative in ambito architettonico, ingegneristico, economico e comunicativo, hanno determinato il format di Co-Create Copenaghen che tutti invidiano. E le definizioni si sprecano: a city with an edge, a responsible city, the world’s most liveable city, the zero-emission city, the world’s most bike friendly city e tanto altro ancora. Proiettata in vetta a tutti i ranking mondiali di sostenibilità, come se non bastasse il 2023 vedrà la capitale danese assumere il ruolo di Capitale Mondiale dell’Architettura.
Nel suo insieme Copenaghen è una di quelle città che ti si appiccica addosso e non ti lascia più. Perchè se riesci a condividerne il valore aggiunto che ti offre, il surplus di benessere che riesce a trasmetterti e quell’ottica visionaria che da sempre esibisce al mondo, ti ci identifichi alla perfezione. E riavvolgendo il nastro dei ricordi, se torno indietro ai miei 14 anni ricordo che con Copenaghen fu amore a prima vista. Poi nel ’99 per la tesi di laurea fu un bel ritrovarsi con la Sirenetta e le sue notti lucenti. Oggi a distanza di così tanti anni, questa città adagiata sulle isole di Sjælland e di Amager ha definitivamente colpito nel segno, perchè come affermano i suoi abitanti “let Copenaghen fill you with itself“.