Man cycling in the forest

E ora pedalo!

La bicicletta è l'energia in equilibrio, l’esaltazione dello slancio, l’immagine visibile del vento.

Quando il morale è basso, quando il giorno sembra buio, quando il lavoro diventa monotono, quando il cielo è grigio, quando non ti sembra che non ci sia più speranza, monta sulla bicicletta e pedala senza pensare a nient’altro che alla strada che percorri“.

(Arthur Conan Doyle)

 

La bicicletta è un veicolo curioso: chi pedala è anche il suo motore. Secondo Alfredo Oriani che nel 1897 effettuò un viaggio di 600 chilometri in solitaria dalla Romagna alla Toscana,  con oltre seimila metri di dislivello, in sella a una Bremiambourg da corsa a scatto fisso “La bicicletta siamo noi, che vinciamo lo spazio e il tempo, soli, senza nemmeno il contatto con la terra che le nostre ruote sfiorano appena. Il piacere della bicicletta è quello stesso della libertà“.

In effetti la bicicletta una volta scoperta in tutta la sua magìa, non ti lascia più e ti accompagna sempre allietando le giornate in modo molto più dolce, vivido e naturale. La bici ti fa star bene, ti dà la possibilità di ascoltare suoni nuovi, di vedere il mondo da una prospettiva differente. La bici ti fa tornare indietro nel tempo, a volte ti inchioda al tempo ma più di frequente grazie a quelle ruote che solcano il terreno, ti spinge oltre il tempo stesso. Può sembrare un paradosso ma la bici ha in sè l’unica catena che ti rende veramente libero.

I ricordi di infanzia legati alla bici sono tra i pochi che la nostra memoria sia in grado di ripescare anche a decenni di distanza. Ricordo ancora mio padre quando alla tenera età di otto anni davanti alla Croce, scese dalla macchina imprecando, afferrò con due mani la mia Legnano arancione, sbloccò il fermo e la piegò in due come solo Maciste ai miei occhi avrebbe potuto fare; quella era una strada che non avrei dovuto percorrere!

Ma se a quei tempi un giro in bici fuori dal rione era una trasgressione, oggi niente è paragonabile al semplice piacere di una lunga pedalata in bicicletta. Ovunque essa avvenga è ogni volta di più una goduria esistenziale assoluta. Perchè il richiamo di quei pedali è una missione. Ci si dedica a questo sport perchè si deve rispondere a una sfida personale godendosi le sensazioni che procura questo mezzo arcaico dal fascino unico ed irresistibile: affrontare con fatica una salita, sfrecciare a ruota libera in una discesa, superare i propri limiti, sfidare lo spazio, assaporare il tempo. Per me, dopo averla scoperta in tutto il suo splendore, la bicicletta è la trascrizione dell’energia in equilibrio, l’esaltazione dello slancio, l’immagine visibile del vento.

Perchè quel mezzo a due ruote più di ogni altra cosa ha un’anima, insegna cos’è la fatica, aiuta a capire cosa significhi salire e scendere non solo dalle montagne ma anche nelle fortune e nei dispiaceri, insegna a vivere.

E grazie ad essa ho scoperto che il ciclismo è come la vita, un lungo viaggio alla ricerca di sè stessi.

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